Consorzio ReLUIS: ‘le accelerazioni orizzontali sono state violentissime proprio per gli edifici bassi e in muratura’
Terminata la fase dei soccorsi e del tragico bilancio delle vittime, per i territori colpiti dal sisma del 24 agosto è tempo di avviare le verifiche di agibilità agli edifici. Tra i tecnici che stanno già collaborando con la Protezione Civile ci sono quelli del Consorzio ReLUIS, la Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica.
Le prime valutazioni del Consorzio ReLUIS
Edoardo Cosenza, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università di Napoli Federico II, e già Presidente del Consorzio ReLUIS, che sta seguendo da vicino le valutazioni dei danni del sisma, ha pubblicato su Facebook i primi risultati dei sopralluoghi:
Domanda: Perché ad Amatrice vi sono stati danni così estesi?
Risposta: Perché vi sono state accelerazioni orizzontali e dunque azioni sismiche violentissime per strutture con periodo di vibrazione 0,2-0,3 secondi e quindi proprio per gli edifici bassi e in muratura di Amatrice. Certamente non progettati, tanti anni fa, con criteri sismici.
D: Perché l’edificio più alto di Amatrice (Foto 1) è rimasto in piedi?
R: Perché era più alto e in cemento armato. Quindi più deformabile e con periodo proprio più alto. A cui sono corrisposte accelerazioni e forze sismiche molto più basse. Stessa identica cosa per il campanile di Amatrice (Foto 2).
“Quindi – viene chiesto in un commento – se l’edificio rosso fosse stato più basso, e quindi con un minor periodo, probabilmente avrebbe subito danni maggiori?”. “Senza dubbio” – risponde Edoardo Cosenza.
D: Perché a Norcia, anche essa vicina all’epicentro, non vi sono stati danni molto rilevanti?
R: È stato uno straordinario successo dell’ingegneria e delle tecniche di rinforzo usate dopo i danni del terremoto del 1997. Le accelerazioni le corrispondenti forze sono state sbalorditivamente alte per alcune strutture, forze orizzontali prossime a due volte il peso.
Le analisi preliminari dell’ITC-CNR
“Le immagini mostrano danneggiamenti disuniformi – spiega il Prof. ing. Antonio Occhiuzzi, Direttore dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ITC-CNR): edifici crollati di fianco a costruzioni apparentemente integre (comunque non crollate), circostanza che i parametri geofisici, come la magnitudo dell’evento sismico, non sono in grado di spiegare”.
I risultati delle analisi condotte dai ricercatori di ITC-CNR, insieme al consorzio ReLUIS, all’Università di Napoli Federico II e all’INGV, a meno di 48 ore dall’evento “mostrano che il massimo contenuto energetico del moto sismico è corrisposto in molti casi ad un intervallo di frequenze compreso tra 5 e 10 Hz (o equivalentemente ad un periodo compreso tra 0,1 e 0,2 secondi)”.
“Poiché in prima approssimazione il periodo naturale di vibrazione degli edifici in muratura è stimabile nella decima parte del numero dei piani, il moto sismico ha prodotto i suoi maggiori effetti su edifici di uno o due piani (con periodi di vibrazione compresi tra 0,1 e 0,2 secondi), che, sulla scorta degli spettri di risposta mostrati nelle analisi, hanno subito accelerazioni orizzontali fortissime, in alcuni casi superiori all’accelerazione di gravità”.
“Tali circostanze, combinate, risultano fatali per edifici in muratura di 1-2 piani non costruiti secondo criteri antisismici – spiega ancora Antonio Occhiuzzi -, mentre gli effetti del sisma sono stati di uno o più ordini di grandezza inferiori per edifici più alti. Alla luce di tali considerazioni, le drammatiche fotografie riportate dalla stampa diventano più comprensibili”.
“È di rilievo anche osservare – conclude Occhiuzzi – che le azioni sismiche indicate dalla normativa vigente per i luoghi colpiti dal sisma prevedono quasi esattamente le azioni sismiche effettivamente misurate”.