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Il cemento continuerà a essere un protagonista dell’architettura contemporanea

Il cemento continuerà a essere un protagonista dell’architettura contemporanea. L’innovazione applicata a questo materiale da costruzione utilizzato già in epoca romana, consentirà di sfruttarlo in diversi modi nel prossimo futuro.

Ne è convinta l’architetto Odile Decq, intervistata in occasione della quarta edizione dell’arcVision Prize: il premio internazionale di architettura al femminile istituito da Italcementi a cui l’archistar ha partecipato come giurata.

Ancora una volta si può cominciare a sognare, perché il cemento si può usare in molteplici modi – ha spiegato l’architetto francese – contrariamente a quanto accadeva in passato con la corrente architettonica del Brutalismo e l’uso del cemento grezzo.

Questo, secondo l’archistar, è merito delle innovazioni a cui sono arrivate le aziende più all’avanguardia nel settore che hanno investito nella ricerca. «Il cemento biodinamico, il trasparente, il fotocatalitico e quello illuminato … da quattro anni vado regolarmente all’i.lab (il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo ndr) e scopro sempre cose nuove – afferma – tutte innovazioni da offrire a ingegneri e architetti e questo è assolutamente unico.

Uno dei temi sul tavolo degli urbanisti di oggi è capire quale sia il ruolo dell’architettura come traino per la riqualificazione delle aree urbane costruite, invece che per il consumo di suolo.

Un esempio calzante è il progetto dell’area di Porta Nuova realizzato a Milano. «L’architettura è anche uno strumento economico per rivitalizzare un territorio e dare nuova vita alle aree urbane – ha risposto – è successo anche a me con il Macro a Roma». Urbanisti e architetti che oggi sono chiamati a risolvere problemi legati a improvvise emergenze sociali come quella di costruire abitazioni per i migranti che arrivano in Europa.

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